11 settembre, c’era un quarto aereo Doveva colpire un altro luogo simbolo degli Stati Uniti: ecco la sua tragica fine

Se si pensa agli eventi di quel tragico 11 settembre 2001, le prime cose che vengono in mente sono i due aerei che si schiantano contro le Torri Gemelle. Oppure, il velivolo che viene diretto contro la sede del Dipartimento della difesa degli Stati Uniti, il Pentagono, nella Contea di Arlington (Virginia).
Tuttavia, c’è anche un quarto aereo coinvolto nei piani dei terroristi. Si tratta dell’United Flight 93. Quest’ultimo termina la sua corsa a Stonycreek (Pennsylvania). La sua destinazione è però un altro edificio simbolo degli Stati Uniti, probabilmente o la Casa Bianca o Capitol Hill. A impedire la riuscita del piano dei terroristi, più o meno involontariamente, è il coraggio di alcuni passeggeri a bordo.
La partenza. Il decollo dell’United Flight 93 è previsto per le 8 del mattino dall’aeroporto di Newark, in New Jersey. Sarebbe dovuto arrivare, circa 6 ore dopo, a San Francisco, in California. L’aereo inizia il suo viaggio con circa quaranta minuti di ritardo. A bordo anche i quattro attentatori, Ziad Jarrah, Saeed al-Ghamdi, Ahmed al-Haznawi e Ahmed al-Nami. Per nessuno di loro ci sono stati particolari intoppi durante le varie fasi di check-in e imbarco.
Jarrah, di origine libanese, è a capo della loro cruenta missione. Ha anche il compito di pilotare l’aereo durante il dirottamento. Inoltre, ha rapporti diretti con Mohammed Atta, colui che sarà identificato successivamente come l’ideatore degli attentati dell’11 settembre.
Verso le 9.30 tre dei terroristi, con addosso delle bandane rosse, prendono possesso della cabina di pilotaggio, uccidendo i due piloti. Da una testimonianza audio recuperata, si apprenderà poi che a quest’ultimi viene “tagliata la gola”.
Lo scontro finale. Nel giro di 6 minuti, i dirottatori indirizzano l’aereo verso Washington. Intanto, anche le altre persone all’interno dell’United Flight 93 cominciano capire che la situazione è grave.
D’impulso, quindi, molti di loro contattano i propri cari, con cellulari o telefoni satellitari. Molte di quelle conversazioni giungeranno fino a noi. Durante quelle stesse chiamate, inoltre, le persone all’interno del volo scoprono delle tragedie avvenute presso le Torri Gemelle e il Pentagono.
In un grande moto di coraggio, alcuni dei passeggeri si accordano quindi per affrontare assieme gli attentatori. Alle 9.57 lo scontro entra nel vivo. Cosa che viene testimoniata dai rumori di lotta impressi nel registratore dell’abitacolo di pilotaggio.
I passeggeri tentano anche di sfondare la porta della cabina spingendo un carrello per il cibo di metallo. I passeggeri, alla fine, non riescono ad arrivare alle postazioni di comando del mezzo. Mezzo che, all’improvviso, i quattro terroristi fanno scendere in picchiata in un campo a Stonycreek, forse proprio perché preoccupati di essere presto vinti dai “rivoltosi”.
L’United Flight 93 in quel viaggio sta trasportando, oltre ai 4 terroristi, 33 passeggeri e 7 membri dell’equipaggio. Nessuno sopravviverà.