Verona, 106 anni fa. 14 novembre 1915, tra le ore 8:10 e le 8:40: tre aerei Etrich Taube (taube, in italiano Colomba, sic, modello di monoplano monomotore approntato dall’aviatore ed ingegnere austro-ungarico Ignaz “Igo” Etrich nel 1910) nemici sorvolarono la città e lasciarono cadere delle bombe su piazza Erbe che, stando alle notizie riportate da l’“Arena”, provocarono 30 morti, 29 feriti gravi e 19 leggeri. Le gravi condizioni di alcuni feriti, nei giorni successivi, accrebbero il numero delle vittime dapprima a 35 e, poi, a 36 (sempre secondo gli aggiornamenti del giornale). Tra i deceduti risultarono anche lo scultore Attilio Spazzi (Verona, 28 febbraio 1859) e l’insegnante di scienze naturali Enrico Sicher.
L’allarme per l’avvicinarsi dell’incursione aerea era stato dato dai militari di vedetta sulla torre dei Lamberti da dove spararono disperati colpi di contraerea con i fucili. I segnali di pericolo venivano dati alla popolazione dai soldati con i rintocchi delle campane o percorrendo le vie in bicicletta suonando delle trombe. Gli ordigni esplosero all’impatto con il selciato lanciando ovunque schegge che colpirono anche quanti si erano posti al riparo sotto la loggia della Camera di Commercio.
Già nel numero del 17-18 novembre 1915 l’“Arena” lanciò una sottoscrizione pubblica sia “per le famiglie delle vittime della barbarie austriaca” e sia perché fosse “eternato nel bronzo il sacrificio dei popolani veronesi caduti in Piazza Erbe”.
Il monumento in ricordo del tragico episodio (denominato “”Civiltà italica”) venne poi realizzato dallo scultore Egidio Girelli (Sommacampagna, 4 gennaio 1878 – Verona, 30 aprile 1972) ispirandosi allo stile Liberty ed inaugurato il 14 novembre 1920 nello spazio specifico del massacro, nominato appunto piazzetta XIV Novembre, all’angolo con piazza Erbe. Il basamento in marmo riporta le quattro scritte seguenti: Qui nemico velivolo su placida vita d’inermi tra luci d’arte e di storia piovve barbaro fuoco. Compiuto l’eccidio XIV novembre MCMXV. Dedicato il bronzo XIV novembre MCMXX. Dal luogo sacro la civiltà italica arra di libertà e giustizia tende la spada.
(Foto e riproduzioni sono tratte dal testo “Bombardamenti a Verona” di Claudio Beccalossi, Emmeci Service, Grezzana, Verona, giugno 2002).